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dai GIORNALI di OGGI

 

E' MORTO MIKE BUONGIORNO

2009-09-09

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

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2009-09-05

CORRIERE della SERA

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2009-09-09

PAPà DELLA TELEVISIONE ITALIANA E RE DEI QUIZ, STAVA PREPARANDO IL RIENTRO SU SKY

Tv in lutto, è morto Mike Bongiorno

Il popolare presentatore è stato stroncato da un infarto mentre si trovava in vacanza a Montecarlo

Mike Bongiorno, il padre del quiz e uno dei volti storici della tv italiana, è morto a 85 anni (Newpress)

Mike Bongiorno, il padre del quiz e uno dei volti storici della tv italiana, è morto a 85 anni (Newpress)

MILANO - La televisione italiana perde uno dei suoi padri più conosciuti e famosi: Mike Bongiorno. Il popolare presentatore è deceduto durante una breve vacanza a Montecarlo. A darne notizia è stato il telegiornale di Sky, l’emittente per la quale Bongiorno avrebbe dovuto condurre un nuovo telequiz, dopo aver recentemente abbandonato il gruppo Mediaset, di cui era stato da sempre uno dei principali volti. Il decano dei presentatori aveva 85 anni: è stato colto da un infarto all'hotel Metropole, dove era in vacanza con la moglie Daniela. Proprio lunedì il popolare conduttore era partito da Milano per trascorrere un breve periodo di riposo a Montecarlo prima di tuffarsi nella nuova avventura televisiva sulle reti di Rupert Murdoch. Appena si è diffusa la notizia, una piccola folla di persone commosse ha iniziato a formarsi davanti all'abitazione milanese di Bongiorno, in via Giovanni da Procida, in zona Sempione.

"SCOMPARE UN GRANDE AMICO" - "Mi dispiace molto, era un amico, scompare un grande protagonista della storia della tv italiana" ha commentato a caldo Silvio Berlusconi, che negli anni Ottanta riuscì ad ingaggiarlo strappandolo alla Rai. "Sognava di diventare senatore", ha aggiunto il premier. Unanime il cordoglio del mondo della politica, oltre che della televisione, della cultura e dello sport. "Mike era l’essenza della televisione italiana" è invece il ricordo di Maurizio Costanzo. "Mi colpiva di lui la sua capacità di costruire i suoi errori e le sue gaffes". "È stato il primo divo della tv" ha detto poi l'altro decano dei presenttori italiani, Pippo Baudo, mentre per Piero Chiambretti Bongiorno resta una "figura immortale".

Baudo: "Era un punto di riferimento, scherzavamo sulla nostra rivalità"

RE DEI QUIZ - Italoamericano nato a New York (il nonno paterno era emigrato dalla Sicilia), Mike Bongiorno è stato il papà della televisione italiana. È stato lui infatti a presentare la prima trasmissione in onda dalla TV di Stato italiana (RAI), cioè Arrivi e partenze. Il conduttore avrebbe dovuto condurre il prossimo autunno su Sky Uno il Riskytutto, a 54 anni dalla prima messa in onda del primo grande quiz della televisione italiana Lascia o raddoppia?. Seguiranno anche i quiz Rischiatutto e Scommettiamo. A partire dal 1963, ha condotto undici edizioni del Festival di Sanremo. Alla fine degli anni Settanta Bongiorno ha contribuito alla nascita della tv commerciale. Il suo ultimo programma Rai è stato Flash (1980-1982), poi il passaggio a Mediaset (Bis, Superflash,Telemike). Dal 1989 al 2003 conduce la Ruota della Fortuna. Nelle ultime stagioni ha condotto vari programmi su Retequattro ed è diventato testimonial di alcune campagne pubblicitarie con Fiorello (Wind), con il quale aveva instaurato uno stretto rapporto di lavoro e di amicizia.

LE ESEQUIE - Le salma di Bongiorno è stata composta all'obitorio della Societè Monegasque de Thanatologie (Somotha), in Avenue Pasteur a Montecarlo dove sono attesi i familiari per definire l'organizzazione della camera ardente. L'ambasciatore italiano a Monaco, Franco Mistretta, si è recato nel pomeriggio all'hotel Metropole per porgere le condoglianze alla vedova. L'ambasciata è in attesa di ricevere la documentazione medico legale dalla società di pompe funebri per la pratica burocratica per il rimpatrio in Italia della salma, una pratica che richiede normalmente alcuni giorni

08 settembre 2009

 

 

REPUBBLICA

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2009-09-09

E' morto Mike Bongiorno

icona della tv italiana

Si è spento a Montecarlo. Aveva 85 anni. Si preparava a debuttare su Sky con un nuovo show. Ha fatto la storia della tv italiana, che ha contribuito a inventare e rivoluzionare di ALESSANDRA VITALI

<b>E' morto Mike Bongiorno<br/>icona della tv italiana</b>

Mike Bongiorno

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ROMA - Mike Bongiorno è morto. Un infarto lo ha fermato a 85 anni, era a Montecarlo, dove stava trascorrendo alcuni giorni di riposo. Una notizia che coglie tutti di sorpresa. C'era da sempre, non aveva età. Se ne va un bel pezzo di storia della televisione italiana. Che lui ha contribuito in gran parte a inventare, rivoluzionare, arricchire, cambiare. Prima, importando dagli Stati Uniti il quiz televisivo. Poi, dando vita a format innovativi e a uno stile "diverso" di fare tv. "Uno straordinario esempio di laboriosità e capacità professionale", ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

E' stato conduttore, autore, partigiano, intrattenitore, scrittore, scalatore, imprenditore, produttore. Indimenticabile il suo "Allegria!". Celebri le sue gaffe. Lascia la moglie, Daniela, e i tre figli Michelino, Nicolò e Leonardo. Si preparava a un nuovo debutto: quello con il quiz Riskytutto su Sky, dove era approdato dopo la scadenza del contratto con Mediaset. E dove aveva conosciuto una seconda, formidabile giovinezza al fianco di Fiorello: prima negli spot tv, poi con le incursioni nei suoi show. "Con lui - aveva raccontato a Repubblica - farei qualunque cosa. Ci inventiamo tutto noi, e ci divertiamo un sacco". Proprio due giorni fa, aveva fatto una riunione in conference call per parlare della scenografia del nuovo programma. La moglie Daniela e i figli sono tornati a Milano. La salma del conduttore rientrerà fra due giorni.

L'infanzia e la guerra. Michael Nicholas Salvatore Bongiorno nasce a New York il 26 maggio del 1924. Sua madre è torinese, suo padre italoamericano. Si trasferisce in Italia ancora bambino, fa le scuole a Torino, durante la Seconda guerra mondiale lascia gli studi e si unisce alle formazioni partigiane: parla l'inglese, è perfetto come staffetta per comunicare con gli alleati. Catturato dai nazisti, trascorre sette mesi nel carcere di San Vittore (vicino di cella di Indro Montanelli), in seguito viene trasferito prima nel campo di concentramento di Bolzano poi in quello di Mauthausen. Si salva grazie a uno scambio di prigionieri fra Germania e Stati Uniti.

Il successo in Italia. Tornato a New York, dal 1946 lavora per la radio del quotidiano "Il progresso italoamericano" nel programma Voci e volti dall'Italia. Torna in Italia, definitivamente, nel 1953, chiamato a lavorare alla neonata televisione. E inaugura il primo giorno di trasmissioni, il 3 gennaio del 1954, con il programma Arrivi e partenze.

Lascia o raddoppia?. Il programma che decreta il suo successo è Lascia o raddoppia? (1955), ispirato all'americano "64000 dollars". Il riscontro di pubblico va al di là di ogni previsione. Chi non possiede un televisore in casa - e all'epoca sono in tanti - si incontra nei bar, il quiz diventa un momento di aggregazione popolare, quando il programma va in onda le sale cinematografiche chiudono i battenti. "Anche in Italia gli 'uomini che sanno tutto' hanno incominciato la corsa ai milioni", scrive allora Sorrisi e canzoni. La visione del programma è un rito collettivo. Umberto Eco ne coglie la portata sociale e all'inizio degli anni Sessanta l'analizza nel suo saggio Fenomenologia di Mike Bongiorno: le radici di tale successo, scrive Eco, sono nella "mediocrità assoluta" del personaggio, nella quale lo spettatore "vede glorificato e insignito ufficialmente di autorità nazionale il ritratto dei propri limiti".

<b>E' morto Mike Bongiorno<br/>icona della tv italiana</b>

Mike Bongiorno

a Lascia o raddoppia?

I grandi successi. Da quel momento ogni suo programma è un trionfo. Da Campanile sera (1960) a Caccia al numero (1972), da La fiera dei sogni (1963-1965) a Giochi in famiglia (1966-1967), da Ieri e oggi (1976) a Scommettiamo (1977) a Flash (1980). Con Rischiatutto (1970-1974) - uno dei programmi più importanti di Mike - per la prima volta vengono introdotti in tv l'elettrocnica e gli effetti speciali. Nasce la figura della "valletta parlante", Sabina Ciuffini.

L'incontro con Berlusconi. Fondamentale l'apporto di Bongiorno alla nascita e all'ascesa delle tv private. Risale alla fine degli anni Settanta l'incontro con Silvio Berlusconi. All'epoca, per la sua Telemilano - la futura Canale 5 - sceglie i personaggi allora più noti e apprezzati del piccolo schermo: Mike Bongiorno, ma anche Corrado, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Mike ha frequentato il modello americano, conosce le regole del marketing e per primo introduce, nei programmi della tv di Berlusconi, le sponsorizzazioni. Si apre una nuova, importante fase della sua carriera, con un successo che gli vale la vicepresidenza di Canale 5, nel 1990. "Se fosse nato in America potrebbe fare il presidente", disse una volta di lui Berlusconi. Ed è di provenienza americana anche il game show che gli vale un nuovo, duraturo trionfo (oltre tremila puntate): La ruota della fortuna.

Conduttore, attore, scalatore. Una carriera lunghissima e senza sosta, quella di Bongiorno (non a caso ribattezzato SuperMike), che lo ha visto anche condurre per ben 11 volte il Festival di Sanremo, fare l'attore - interpretando se stesso - in alcuni film come C'eravamo tanto amati, Il giudizio universale, Totò lascia o raddoppia?, Sogni mostruosamente proibiti, Ragazze d'oggi, I miliardari. Inarrestabile anche nelle passioni private, era partito nel 2001 - quindi a 77 anni - con una spedizione diretta al Polo Nord. Nel 2004 l'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, gli aveva conferito l'onorificenza di Grande Ufficiale dell'ordine al merito della Repubblica.

L'approdo a Sky. Negli anni recenti Bongiorno si era dedicato alla conduzione di Genius e Il migliore, due quiz su Retequattro, mentre nel 2007 era tornato in Rai per presentare la 68esima edizione di Miss Italia, insieme a Loretta Goggi. Nel 2008 era uscita la sua autobiografia La versione di Mike. Alla fine del 2008 il suo contratto con Mediaset era scaduto e, lo scorso marzo, era stata ufficializzata la firma del suo contratto con Sky.

(8 settembre 2009)

L'UNITA'

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2009-09-09

Addio a Mike, il re del quiz. Nella sua biografia la storia della tv

di Maria Novella Oppo

Mike non può essere morto. Lo abbiamo visto anche ieri scherzare con Fiorello sul nuovo programma che stava preparando per Sky. Lo abbiamo sentito tante volte ripetere che, secondo i medici, fisicamente aveva almeno 15 anni in meno dei suoi 85. Anni vissuti avventurosamente, tra l’America e l’Italia, fino all’adolescenza segnata dalla guerra, che lo aveva visto partigiano e poi prigioniero a San Vittore, dove aveva conosciuto Indro Montanelli. Salvato infine dal suo passaporto americano e scambiato con altri prigionieri, era potuto tornare negli Usa a iniziare la sua carriera. Prima di tornare in Italia, chiamato dal dirigente Rai Vittorio Veltroni, cui voleva bene quasi come un figlio. Non mancava mai di ricordarlo, quell’uomo perbene che aveva creduto in lui e lo aveva reso famoso. Mentre a renderlo ricco ci avrebbe pensato Berlusconi, al quale pure Bongiorno portava riconoscenza. La Rai delle origini lesinava i soldi a quel giovanotto americano, tenendolo a contratto settimana per settimana. Eppure erano i tempi di [/CLREG5N]Lascia raddoppia?, il programma che bloccava il Paese, riempiva i bar, costringeva chi aveva il televisore a ospitare i vicini, interrompeva i film nelle sale e soprattutto creava personaggi. Mike stesso li cercava e li selezionava, intuendo in ognuno la capacità di sorprendere, per la stravaganza o la memoria enciclopedica, l’Italia che si stava trasformando da provinciale in metropolitana, da contadina in industriale, da radiofonica in televisiva. Non era ancora la "ggente", erano gli italiani che assistevano a bocca aperta allo sfoggio di muscoli mentali da parte di Marianini o Degoli, la Bolognini o la pettoruta Garoppo. In attesa della risposta che poteva fruttare la cifra astronomica di 5 milioni di lire, oppure aprire un contenzioso che coinvolgeva il Paese intero. E la meraviglia popolare era moltiplicata da quella di Mike, portato dall’istinto ad accentuare la sua incredulità e ignoranza. Fino all’invenzione delle gaffe, le più surreali che autore televisivo possa inventare. Lui primo esempio vivente, secondo Umberto Eco (e la sua Fenomenologia di Mike Bongiorno) del valore trionfante della mediocrità.

Anche se poi, nella vita, Mike non era mediocre, era incredibile. Usava le stesse scarse parole, le stesse sottolineature che ne hanno fatto un grande venditore di pubblicità; non di anime, però. Per questo Mike era berlusconiano prima di Berlusconi, era il fattore indispensabile per fare di una tv commerciale condominiale quale era Telemilano, una vera tv nazionale come sarebbe diventata Canale 5. Anche se, con Fininvest prima e Mediaset poi, i rapporti non sono stati mai idilliaci e, soprattutto in vecchiaia, Bongiorno soffriva l’emarginazione su Rete 4. E in ogni conferenza stampa se ne lamentava senza remore aziendalistiche, tra nuove gaffe e proposte che venivano implacabilmente ignorate. Ma lui aspirava sempre a lasciare i game per tornare ai veri quiz, Rischiatutto in particolare. E proprio ora che stava per riuscirci e debuttare con Riskytutto, ecco scopriamo che Mike era mortale. Lui che era sfuggito ai nazisti, che aveva sfidato il Cervino per fare un Carosello, che a 85 anni faceva ancora sport. E soprattutto lui che, firmando per Sky, aveva sfidato il suo amico Berlusconi. L’uomo cui aveva tirato la volata anche in politica e cui aveva regalato un pubblico che sarebbe diventato un popolo e un partito. Offeso da quel Berlusconi in sedicesimo che è Piersilvio, Mike aveva preso la sua decisione, stavolta motivata dalla voglia di tornare a una tv dignitosa, che premiasse il merito e non il didietro delle vallette e dei concorrenti. Perché, se nella televisione dell’americano Bongiorno c’era già il virus commerciale del berlusconismo, nell’uomo Mike c’era invece una innocenza eterea, che gli rendeva impossibile la volgarità di tanti attuali conduttori di niente e lo portava a voler essere fedele al pubblico e a se stesso. Anche se solo da vecchio aveva osato mostrare la sua autentica vena comica, interpretando negli spot con Fiorello un barbone oppure un padre della patria come Garibaldi. Smesso il suo abito grigio da cerimoniere del quiz, è riuscito a dimostrare che nella sua mediocrità c’era più grandezza che nella grandezza di certi piccoli uomini di potere e strapotere. Lontano com’era da ogni ideologia, Mike ha condotto la sua vita come un programma televisivo. E quando fu colpito, suo malgrado, da uno scandalo familiare (il vero o falso matrimonio americano della moglie) poi dimenticato, nel momento del gossip più scatenato disse una frase memorabile per la sua signorilità: "Tra me e mia moglie c’è un muro attraversato solo dai miei figli".

Tra i tanti titoli dei suoi programmi, non si può dimenticare che Bongiorno ha girato alcuni film nel ruolo di se stesso, ha scritto con il figlio una autobiografia e ha officiato ben 11 volte la messa nazionalpopolare di Sanremo. Nel 2000 ha anche presieduto la giuria di qualità che ha premiato, forse per l’unica volta, i migliori in concorso: gli Avion Travel. Ora tutti diranno che Bongiorno ha fatto la storia d’Italia ed è vero. Ma avrebbe voluto fare dell’altro. Tra i progetti bocciati da Mediaset, Mike aveva annunciato quello di un programma di interviste a grandi italiani, tra i quali aveva messo anche Eco. Sarebbe stato quasi un ribaltamento o la chiusura di un ciclo iniziato nel 1954 con le interviste all’aeroporto di Arrivi e partenze e finito ieri, appena prima di un nuovo debutto. Cosicché si può dire che la più lunga carriera televisiva del mondo è stata stroncata sul rinascere.

08 settembre 2009

 

 

 

Quella volta che Mike rimase in cima al Cervino

"Sempre più in alto" gridava nel 1976 Mike Bongiorno dalla vetta del Cervino, durante la registrazione di uno spot per una nota marca di grappe. Lassù, a 4.478 metri, il celebre presentatore rimase bloccato per quasi due ore a causa del maltempo. Solo, legato alla croce di vetta. "Mi portarono su con l'elicottero - raccontava Mike - e mi lasciarono lì per girare le riprese. Poi il velivolo scese per fare rifornimento e, improvvisamente, arrivò una bufera. Mi trovai in mezzo alle nuvole, con un vento pazzesco. L'elicottero non poteva salire a riprendermi. Fu un momento drammatico, pensai di essere finito. Avevo solo Dio che mi poteva aiutare. Mi sono legato alla croce e l'ho abbracciata. Poi, in mezzo alla nebbia, ho visto un cavo, mi sono agganciato, e l'elicottero mi ha portato via nel vuoto, come un angelo". Mike Bongiorno amava raccontare questa storia, una delle tante vissute ai piedi della Gran Becca dove giunse nel 1955, stringendo da subito un forte legame con Cervinia e i suoi abitanti.

"Su quelle montagne - era solito affermare - ho percorso migliaia di chilometri di discese sugli sci, rappresentano un pezzetto del mio mondo". Mike Bongiorno era cittadino onorario di Valtournenche dal 1999 ed era anche stato insignito nel 2007 del titolo di 'Ami de la Vallee d'Aostè. I suoi amici più stretti a Cervinia erano due maestri di sci, Bepi Garnero e Leo Gasperl. Con loro imparò a sciare e affinò lo stile, tra Plateau Rosà e Plan Maison, in centinaia di discese. La frattura di una gamba lo aveva costretto ad abbandonare lo sci alpino e a dedicarsi al fondo.

"Cervinia continuerò sempre a frequentarla - aveva detto pochi anni fa - perchè il mio cuore è lì". Nella località turistica valdostana aveva festeggiato gli 80 anni, snocciolando gli aneddoti di oltre 50 anni di frequentazione, tra cui "la colletta con Renato Rascel per donare un'autoclave ai vigili del fuoco". L'ultima sua apparizione a Cervinia risale a un mese fa. Come sempre aveva fatto una breve sortita in paese, quattro passi in centro, un caffè vicino al golf. Oggi il paese è vestito a lutto. Tutti ricordano l'ospite, anzi il concittadino, più illustre. "Mike è volato via, per sempre, come un angelo".

08 settembre 2009

 

 

 

 

 

Bongiorno amarcord

Ecco come ricordano Mike Bongiorno alcuni personaggi pubblici:

NAPOLITANO - è divenuto dallo schermo una presenza famigliare per lungo tempo nelle case degli italiani.

BERLUSCONI - era un amico; un grande protagonista della storia della tv, sognava di diventare senatore.

SCHIFANI - con lui se ne va un pezzo di storia italiana.

FINI - icona del mondo dello spettacolo e simbolo positivo di una tv costruita con educazione, intelligenza ed ironia. FRANCESCHINI - per gli italiani Mike era la televisione.

D'ALEMA - un grande protagonista della tv, al quale mi sono sentito legato da un rapporto di affettuosa simpatia.

CASINI - un uomo libero che avrebbe avuto ancora molto da insegnare a chi fa tv oggi.

BRUNETTA - un grande intellettuale popolare che, contrariamente a tanti altri intellettuali, è stato utile al suo Paese.

ROTONDI - scompare un pezzo di storia del Novecento

VELTRONI - un uomo intelligente, gentile e con una dote rara come il senso dell'umorismo.

CELENTANO - Mike è uno di quelli che c'è sempre stato, anche quando non c'era

GARIMBERTI - Resta inimitabile nel ricordo di tutti noi il suo marchio Allegria !

MASI - uomo di spettacolo impareggiabile, pioniere, comunicatore raffinato, ha segnato la storia del costume nel nostro Paese.

LIPPI - era il fuoriclasse dell'Italia della mia gioventù, un vero campione.

BONAIUTI - fu un grande innovatore, anche per la società.

ZAVOLI - diventò una sigla, come la Fiat.

LANDOLFI - Buongiorno sta alla Tv come Giuseppe Verdi sta all'opera.

CONFALONIERI - un amico di tutti noi che facciamo tv e credo di tutti gli italiani, ha saputo capire il futuro.

PIERSILVIO BERLUSCONI - se ne va un pezzo della mia vita.

COSTANZO - lo ricordo per l'ultima affettuosa telefonata.

BONIPERTI - per noi juventini è una grandissima perdita, seguiva la nostra squadra da vicino.

MAGALLI - fu solidale con me quando la Rai mi mise in panchina.

BONOLIS - una brava persona, e soprattutto dal vivo era naturale come appariva in tv. È sempre stato se stesso.

RADIO VATICANA - una pietra miliare della tv italiana

BAUDO - è stato il mio punto di riferimento.

ARBORE - mi ha sempre affascinato per il suo candore.

FAZIO - se non ci fosse stato, si vedrebbe la differenza.

MONDAINI - un uomo stravagante, particolare, ma sempre affettuoso. Abbiamo avuto ottimi rapporti.

08 September 2009

 

 

 

Inventò Berlusconi e ne fu risucchiato

di Oreste Pivetta

Per il più grande presentatore televisivo italiano non sarà un azzardo citare il più grande intellettuale italiano del dopoguerra, Pasolini, il quale aveva capito dove avrebbe potuto condurci il bravo Mike, magari in assoluta buona fede, con l’idea di aiutarci, lui che veniva dall’America e che aveva conosciuto il progresso. Pasolini l’aveva scritto: il Vaticano avrebbe fatto meglio a censurare "Carosello", cioè la pubblicità ai tempi d’oro di Mike Bongiorno, perché "è in Carosello, onnipotente, che esplode in tutto il suo nitore, la sua assolutezza, la sua perentorietà, il nuovo tipo di vita che gli italiani devono vivere". E sottolineava per bene "devono". Cioè, mentre infuriava, forse, la lotta di classe, Mike e Pier Paolo, il primo con verve pragmatica, il secondo con tensione critica, avevano intuito che l’orizzonte si stava schiudendo al nuovo idolo: il consumismo. Mike aveva capito che i soldi fanno la felicità, i soldi come "luogo" di rapido scambio, come vuole una società moderna, i soldi per la macchina, per il vestito, per tutto il superfluo venuto dopo. Alla maniera di ogni self made man vi dimostrava che con il lavoro assiduo (lo studio degli insetti non chiede un lavoro assiduo?) ci sareste potuti arrivare anche voi.

Bongiorno predicava non le virtù dell’azzardo, ma una sorta di etica collettiva del sapere. Era un popolo di virtuosi, per quanto "mediocri", quello che coltivava, ma la contraddizione era appena dietro l’angolo: il consumismo che appena s’allarga, come s’è visto, cancella le virtù. Con ben altra retorica Pasolini riassumeva: appunto perché perfettamente pragmatica, la propaganda televisiva rappresenta il momento qualunquistico della nuova ideologia edonistica del consumo... ti imponeva il modello con insuperabile efficacia. "Se al livello della volontà e della consapevolezza la televisione in tutti questi anni è stata al servizio della dc e del Vaticano, al livello involontario e inconsapevole essa è stata al servizio di un nuovo potere, che non coincide più ideologicamente con la dc e non sa più che farsene del Vaticano": Pasolini sapeva vedere lontano. Mike Bongiorno si ferma: coglie la via, firma il successo, ma resta un uomo di famiglia. Una volta, per dar prova della sua onestà, svelò che lui assaggiava tutti i prosciutti che reclamizzava. È sempre stato un utilizzatore primario: inventore della televisione, inventore dei quiz, della pubblicità, alla fine inventore di una televisione che diventava solo uno spazio pubblicitario per vendere prodotti, una cornice allo shampoo o allo yogurt fluidificante. La verità è che Mike Bongiorno s’era inventato pure Berlusconi, ma non ne aveva colpa. Berlusconi, essendo per natura un utilizzatore finale, cioè quello che fa il furbo con le idee degli altri, lo accolse tra le sue reti e tirò le somme.

L’ultimo grande Mike è stato quello dei duetti con Fiorello: aveva capito che non si può barare con gli anni (al contrario del suo presidente). Sempre per la pubblicità. Chiudeva la sua parabola, credendo d’aver vinto: ma il suo consumismo bonario, quasi paterno nella convinzione che in fondo tra un quiz e un siparietto si potessero educare gli italiani, persino un poco austero, era alle spalle. Davanti se n’era materializzato un altro, vorace, onnivoro: dal fiordilatte alla politica, mescolando, usando, al servizio del consumista capo che vuol sempre prendersi tutto...

08 settembre 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-09-09

Addio a Mike Bongiorno:

volto e storia della tv in Italia

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8 settembre 2009

Mike Bongiorno (Ansa)

Il Super-everyman della nostra televisione (di Sara Bianchi)

Mike, la tv eri tu: chi può darci di più? (di Luigi Paini)

Quell'Italia di "Lascia o raddoppia?" (di Marco Innocenti)

SCRIVI AL SOLE.COM / ll tuo ricordo di Mike

RADIO24 / La voce di Mike

VIDEO / Le migliori performance di Mike Bongiorno sul piccolo schermo

VIDEO RASSEGNA /Mike Bongiorno testimonial nelle pubblicità

GALLERIA FOTOGRAFICA / La carriera per immagini

GALLERIA FOTOGRAFICA / Mike icona della Tv

È morto Mike Bongiorno. La notizia si è appresa da una fonte a Montecarlo, dove il decano dei presentatori tv è scomparso la notte scorsa. Secondo quanto si è appreso, Bongiorno sarebbe stato colto da un infarto nella sua casa del Principato.La notizia è stata diffusa da Sky, l'emittente per la quale lavorava dopo avere recentemente abbandonato il gruppo Mediaset. Bongiorno era nato a New York 85 anni fa.

Scompare con Mike Bongiorno uno dei presentatori che hanno fatto la storia della televisione italiana. Dopo avere lasciato Mediaset, avrebbe dovuto condurre il prossimo autunno su Sky Uno il Riskytutto, 39 anni dopo la messa in onda del primo quiz della televisione italiana "Lascia o raddoppia?".

A partire dal 1963, ha condotto undici edizioni del Festival di Sanremo, l'ultima nel 1997 con Valeria Marini e Piero Chiambretti. All'esordio di Canale 5 fu uno dei primi grandi conduttori a lavorare con le televisioni private e contribuì, con l'imprenditore Berlusconi, alla nascita della televisione commerciale. Dal 1989 al 2003 ha condotto La ruota della fortuna.

Nelle ultime stagioni televisive Bongiorno si è dedicato alla conduzione di due quiz su Retequattro: Genius, un format televisivo dedicato ai ragazzi, e Il migliore. Ha conseguito il titolo di dottore presso l'università Iulm di Milano nell'agosto del 2007. Nel settembre 2007 è tornato invece in Rai per la conduzione della 68esima edizione di Miss Italia su Raiuno insieme a Loretta Goggi. Il 20 marzo 2009 si apre pubblicamente la polemica con Mediaset: la tv del biscione critica la sua partecipazione ad una promozione del nuovo show di Fiorello su Sky e Mike rende noto il mancato rinnovo del contratto con l'azienda di Cologno. Da qui al passaggio a Sky dove avrebbe dovuto iniziare in autunno.

8 settembre 2009

 

 

 

Il Super-everyman della nostra televisione

di Sara Bianchi

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8 settembre 2009

Protagonista della nascita della televisione prima, del passaggio alla tv commerciale poi, impaziente di confrontarsi con il pubblico esigente della pay-tv ora, Mike Bongiorno ha saputo adattarsi a evoluzioni tecnologiche e stilistiche da vero camaleonte.

Quando iniziano le trasmissioni televisive Vittorio Veltroni (padre di Walter), all'epoca direttore Rai , gli affida "Arrivi e partenze". Mike, negli aeroporti e nei porti, intervista turisti stranieri e italiani in viaggio. Ma il suo talento esplode con "Lascia o raddoppia?", versione nostrana del quiz americano "The 64.000 $ Question". Il programma diventa subito un cult: gli ascolti salgono alle stelle e arrivano in quegli anni quasi al 100 per cento.

Mike è abile a indossare i panni del presentatore everyman, come lo ha definito Umberto Eco nel saggio che gli ha dedicato ("Fenomenologia di Mike Bongiorno"). Un'analisi del suo stile comunicativo che ha fatto piangere, per sua stessa ammissione, Mike, e non per commozione gioiosa. Quest'uomo, scriveva Eco "deve il suo successo al fatto che in ogni atto e in ogni parola del personaggio cui da vita davanti alle telecamere traspare una mediocrità assoluta"; "il suo discorso realizza il massimo di semplicità"; "rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello".

Con Lascia e Radoppia la tv in Italia diventa un fenomeno di massa: non solo in casa ma anche nei bar capannelli di persone si radunano per non perdersi il quiz che entra anche nella cinematografia ("Totò lascia o raddoppia?"; "Il giudizio universale"; "C'eravamo tanto amati").

Dagli Stati Uniti, dove lavora dal 1946, alla sede radiofonica del quotidiano "Il progresso italo-americano", Bongiorno importa non solo il format del quiz, ma anche un modo di fare televisione. In America la formula del talk show era nata quasi 10 anni prima, adattata dalla radio alla televisione. E in quegli anni sul segnale della Nbc già c'era il tonight show di Steve Allen: esordio dello stile leggero, pieno di facili battute e ironia che ancora oggi troviamo nel David Letterman show. È uno stile che Bongiorno interpreta a modo suo: con le finte e apparentemente improvvisate gaffe che fanno divertire e discutere e con il suo rassicurante "Allegria!".

Da allora per Mike sono grandi successi. Trasmissioni come "Campanile Sera", "Caccia al numero", "Giochi in famiglia", "Rischiatutto", "Scommettiamo" lo rendono sempre più popolare e amato dal pubblico.

Negli anni Ottanta, anche nel passaggio alla tv commerciale lo show-man è molto più che interprete passivo: conosce il modello americano e porta gli sponsor nelle sue trasmissioni.

La storia si ripete e TeleMike diventa il programma che più di ogni altro veicola la popolarità della tv fondata da Silvio Berlusconi.

Bongiorno sapeva trasformare in oro quello che toccava anche nelle réclame. Come in quella della grappa Bocchino, con le scalate da appassionato sciatore al Monte Cervino, al Monte Rosa e al Monte Bianco. E come in quella di Wind nei duetti con Fiorello.

Sarebbe stato bello vederlo in Riskytutto.

8 settembre 2009

 

 

 

Mike, la tv eri tu: chi può darci di più?

di Luigi Paini

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8 settembre 2009

Scompare Mike, e il "magone" che ci viene a tutti quanti è quello di un insieme di amici virtuali, uniti dalla simpatia, dalle gaffe (tante), dalla verve di un uomo che per più di mezzo secolo non ha "fatto" tv, ma "è stato" la tv made in Italy.

Qualche anno fa, sull'aereo che lo riportava in Italia da una vacanza in Turchia, Mike fu avvicinato da un ragazzino ansioso di portare a casa, alla nonna, la firma del "divo". Mike, come sempre in questi casi, non si sottrasse: aprì la valigetta, tolse una sua foto da un pacchetto alto almeno una spanna, e sul retro, vicino al nome della nonna del bambino, scrisse il suo indelebile, immarcescibile motto: "Allegria!".

Al di là delle imitazioni, al di là dei luoghi comuni, al di là delle ripetizioni inevitabili, questo era il personaggio: tanto popolare da essere qualche volta persino populista, inviso agli intellettuali (almeno per buona parte della carriera), sempre amato dal pubblico. Non adorato, non osannato, semplicemente amato. Perché dava, instillava forza (dava l'impressione, ed era effettivamente, instancabile) e allegria, anche (forse soprattutto) grazie alle sue spassosissime, proverbiali gaffe. Il papa chiamato Paolo "vi" (anziché sesto), la signora Longari, i duetti con le vallette: quanto "c'era" e quanto "ci faceva"?. Il pubblico, soddisfatto, schiacciava l'occhiolino a chi gli schiacciava l'occhiolino: un gioco festoso, capace di superare l'inevitabile simmetria che si viene a creare tra una parte e l'altra del piccolo schermo.

Anziani e bambini, questi i pubblici preferiti. Anziani, perché bambini di una volta: quelli aggrappati ai primi apparecchi in bianco e nero per "Lascia o raddoppia?" e "Campanile sera" (programma, questo, ancor più fondamentale dell'altro per creare una coscienza di Italia complessa e unitaria, al di là delle differenze regionali, provinciali, comunali e dialettali). Mike, dal bianco e nero al colore, passando per gli anni incerti della diatriba Pal/Secam, quando gli italiani erano considerati da un ministro "immaturi" per accedere alla tv a colori; Mike, dalla tv di Stato a quella commerciale, asso nella manica nella conquista dell'audience da parte del già (e sempre) preveggente Silvio Berlusconi; Mike, colto dalla morte mentre, a 85 anni compiuti, stava per partire con la nuova avventura, sul satellite di Sky. Mezzo secolo e qualcosa in più. Perché, semplicemente, la tv eri tu.

8 settembre 2009

 

 

 

Quell'Italia di "Lascia o raddoppia?"

di Marco Innocenti

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8 settembre 2009

(AP / LaPresse)

Italia 1954, dal vivere si passa al vedere. La televisione diventa il nuovo focolare, il punto di aggregazione della giornata, la dilatazione delle pareti domestiche fino a comprendere il mondo, la cronaca portata in casa e il sogno di essere altrove. Quando, nel novembre del '55, scatta Lascia o raddoppia? gli schermi Rai espugnano il Paese.

Il programma a quiz, condotto da Mike Bongiorno, un italo-americano amato dalle nonne e allergico ai congiuntivi, è il cavallo di Troia della Tv: portatore di abbonamenti a raffica, di apparecchi televisivi venduti e pacifico eversore del costume. La ricetta del programma è semplice: prendete un gioco da bambini, abbinatelo a premi cospicui in un mondo di povertà, fate in modo che lo spettatore si senta coinvolto nel dramma umano del concorrente e il successo è garantito. Emozione, suspense, gettoni d'oro, batticuore, partecipazione, papere nella presentazione, curiosità, la cabina, il notaio, le buste, il tic tac implacabile dell'orologio: lo spettacolo è comodo, non impegnativo, adatto per le famiglie, con qualche contestazione che non guasta. Insomma, una perfetta macchina da soldi e da emozioni, che dà un calcio alla Tv al cloroformio. Nell'Italietta di metà anni Cinquanta non c'è più solo il Totocalcio per fare denaro e sognare la felicità.

Di suo Bongiorno ci mette una grossa sensibilità da uomo di spettacolo, la qualità di maestro di cerimonia che interpreta i sentimenti del pubblico e cede ai suoi entusiasmi e alle sue delusioni, la capacità di sfruttare i concorrenti come sponda su cui far rimbalzare la palla della conduzione e quel modo di fare pasticcione, gaffista e grossolano, da italiano medio, che piace tanto alla gente. "E' uno dei nostri". Mike sembra il fidanzato saggio, il fratello maggiore, il ragazzo dal cuore d'oro. Rappresenta il trionfo dell'uomo comune: un po' miope, un po' timido, un po' vago. La sua incompatibilità con la cultura gli dà qualcosa di familiare, di casereccio, di sincero e gli apre tutte le porte, togliendo ogni complesso di inferiorità a un Paese in cui l'analfabetismo non è ancora morto. Mike diventa l'ideale delle casalinghe, di quella piccola borghesia con pochi libri all'attivo e poche pretese. Con lui nasce il divismo televisivo. Sta alla pari della Lollo, batte Chiari, supera largamente Coppi. E' una garanzia. Basta dire Mike, come Leonardo, come Michelangelo.

Lo stato d'animo creato da Lascia o raddoppia? è una specie di follia collettiva, un evento ludico e drammatico in cui si sfogano le speranze e gli sdegni nazionali. Il successo è strepitoso. Il giovedì sera, alle 20 e 45, l'Italia si ferma, le strade si svuotano, i cinema restano deserti, sulle città scende il silenzio. I caffè, con i televisori su alti trespoli ben visibili, si trasformano in sale da spettacolo. La gente seduta guarda l'apparecchio come fosse la Madonna. All'ora giusta, tra un'ordinazione e l'altra, esauriti i posti a sedere, un esercito di schiene tampona l'entrata.

Mike Bongiorno non fa la Tv, è la Tv. Un settimanale pubblica la foto di una strada di borgata a Roma, dove i tetti delle misere baracche sono irte di antenne televisive. La telemania comincia a fare strage di cervelli, di cuori e di portafogli. Fioccano le polemiche. Per Moravia il quiz è un "incitamento alla cretineria", per Flaiano rappresenta l'"era dei cani sapienti" ma per De Sica è una "pedana di umanità" e perfino il Papa, assicurano i giornali, si interessa alla trasmissione.

Lascia o raddoppia? durerà fino al '59. E i colonnelli dei bersaglieri continueranno ad accogliere con la fanfara le eroine del quiz, i sindaci si compiaceranno di inviare telegrammi di vivo plauso ai concittadini che si sono fatti onore sulla vita di Napoleone o sui segreti delle farfalle, gli onorevoli si piazzeranno tra l'educato pubblico del teatro della Fiera per essere colti, ilari e divertiti, dalle compiacenti telecamere. Roba da matti. Roba da Lascia o raddoppia?

8 settembre 2009

 

 

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